Non c’è granché da dire
oltre le case bianche, le chiome
verdi, le strisce di mare
sopra le strisce di terra. L’arancio
dei tramonti tra i tralicci grigi
dell’elettricità. Quella certa vertigine
che ti agguanta se ti metti a seguire i viaggi
sfibrati delle nuvole di maggio. La curiosità
dei capperi. Non c’è granché da dire
oltre la schiettezza del gelsomino, le traiettorie
furibonde delle rondini, la luce diamantina
sopra le facce dei santi. Quei giardini
prepotenti che spuntano dagli angoli
delle finestre insieme agli occhi gialli
dei gatti nascosti nelle fioriere
e al canto sommesso dei passeri nati
nei vasi di pietra. Poco fa un vicolo
stretto mi ha soffiato addosso
un’aria straniera che ora canto sottovoce
tra me e me. Lo ammetto, sì, confesso
che non c’è granché da dire, solo
che oggi, amore, c’è un cielo drammatico.
Copyright 2024 Cristina Carlà
There isn’t much to say
beyond the white houses, the green
foliage, the ribbons of sea
above the strips of land. The orange
sunsets among the gray electric
pylons. That certain vertigo
which will seize you if you begin to follow the weary
journeys of the May clouds. The curiosity
of capers. There isn’t much to say
beyond the frankness of jasmine, the furious
trajectories of swallows, the diamond light
illuminating the faces of saints. Those overbearing
gardens that pop up from window
corners together with the yellow eyes
of cats hidden in planters
and the quiet song of sparrows born
in stone vases. A while ago
a narrow alley whispered
a foreign tune that I now sing softly
to myself. I admit it, yes, I confess
that there isn’t much to say, only
that today, my love, there is a spectacular sky.
Translation by Mike Maggio and Cristina Carlà
Copyright 2024 Mike Maggio and Cristina Carlà
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